Il panorama italiano del piercing e del tatuaggio al giorno d’oggi è piuttosto radicato in tutte le regioni. Se si guarda indietro nel tempo, basta andare a vedere quella che era la situazione di dieci anni fa, molte cose sono cambiate. Riviste specializzate, studi in ogni città, tattoo convention e quant’altro, sono presenti in Italia e sempre più in fase di crescita. Molte persone che hanno cominciato solo spinti dalla passione, si sono ritrovati a fare del loro hobby preferito una professione vera e propria, e grazie al tatuaggio e al body piercing, stretto amicizie in Italia ed al estero.
Questo fenomeno di massa, se così lo vogliamo definire, del tatuaggio e del body piercing, si è sviluppato e diffuso molto in fretta, forse troppo, al punto che da parte delle Autorità di Competenza, (Ministero della Sanità, ASL, etc.), non molto è stato fatto finora.
Per questo motivo, senza aspettare, anzi, anticipando imposizioni da persone al di fuori di questo ambiente e prive delle conoscenze ed esigenze del settore in questione, cinque Piercers hanno deciso, attorno alla fine del 2002, di costituire qualcosa di cui c’era la stretta necessità, ma che non era ancora stato fatto in precedenza: creare un unico standard di lavoro per quanto riguarda il modus operandi di un serio professionista, per la sterilizzazione del materiale ed il controllo della stessa, per salvaguardare la salute del cliente e dell’operatore, senza interferire sulla tecnica che il Piercer preferisce applicare.
Avendo il piercing ed il tatuaggio, sebbene molto differenti tra loro anche in senso storico, molti punti in comune, questi cinque Piercers hanno deciso di contattare altrettanti Tatuatori per costituire un’unica Associazione No Profit.
Le dieci persone si sono riunite e hanno viaggiato a lungo per incontrarsi e discutere. Il risultato è la nascita della a.P.T.P.i.: Associazione Piercers e Tatuatori Professionisti Italiani.
Scopo dell’Associazione non è tanto quello di riunire il maggior numero di colleghi, anche se “la voce di molti ha più valore di quella di pochi”, piuttosto quello di auto-imporre delle regole che dal punto di vista della a.P.T.P.i. sono basilari per garantire sicurezza nello svolgimento dell’attività in uno studio professionale di body piercing e tatuaggi.
Obbiettivo fondamentale, già citato precedentemente, è quello di salvaguardare la salute del cliente e del operatore. Tra gli altri quello di migliorare gli standard minimi igienici integrando ad esempio con ulteriori e più selettivi test alle autoclavi di cui ogni studio deve essere in possesso, creare informazione ed aggiornamento verso il pubblico e tra i professionisti del settore per quanto riguarda i prodotti e le forniture medico-sanitarie; ottenere dalle ditte produttrici e fornitrici, materiali correlati di scheda tecnica, certificazione e marchio CE.
Così lavorando ed avendo Soci in tutta Italia si creerebbe un network di studi e professionisti accomunati da queste caratteristiche e da questi obbiettivi, in modo tale che il cliente, entrando in un qualsiasi laboratorio con personale associato a.P.T.P.i., sa di avere davanti a sé un Piercer o un Tatuatore preparato, oltre che dal punto di vista tecnico, anche da quello igienico-sanitario, requisito fondamentale per la tutela della sua sicurezza e della sua salute.
Pur essendo professionisti inquadrati fiscalmente, Piercers e Tatuatori non sono iscritti ad un Albo Professionale specifico, ma sono registrati, a seconda del comune di appartenenza, che come artigiano, chi come estetista, chi come libero professionista, etc..
Perché questo? Il tattoo studio lavora come il centro estetico, come l’ambulatorio dentistico, ma a quanto pare esiste una certa discriminazione nei nostri confronti. Essa si può dapprima diminuire e poi eliminare creando informazione, cultura, cercando di far capire all’Opinione Pubblica che lavorando in un certo modo e con un appropriato codice etico-morale (che tra l’altro a.P.T.P.i. si è già auto-imposta), il lavoro del Tatuatore e del Piercer è più che legittimo, serio e se vogliamo aggiungere anche difficile. C’è bisogno in Italia di promuovere il tatuaggio ed il body piercing coinvolgendo mass media, scuole, comunità, altre associazioni, organizzando mostre, conferenze, dibattiti, scrivendo articoli per riviste che vadano oltre a quelle specializzate nel settore.
E’ un progetto che richiede del tempo, non si potrà ottenere un risultato tangibile e immediato, ma a.P.T.P.i. è convinta che , creando un gruppo di lavoro che coinvolge tutti gli operatori del settore interessati e che si allarghi anche a chi non lo è, potrà arrivare ad ottenere quelli che sono i suoi obbiettivi.